Xi Jinping arriva in Europa. Perché ha scelto di dialogare con Francia, Serbia e Ungheria

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Per il suo viaggio in Europa Xi Jinping ha scelto tre paesi da visitare, Francia, Serbia e Ungheria. Una decisione non casuale perché tutte e tre le nazioni, per un motivo o per un altro, «guardano con sospetto all'ordinamento mondiale degli Usa dal dopoguerra».

 Il presidente cinese Xi Jinping parla con il Segretario di Stato americano Antony Blinken durante il loro incontro presso la Grande Sala del Popolo a Pechino il 26 aprile.

 (afp)

A sostenerlo è il New York Times in un editoriale in cui sottolinea come Pechino voglia creare il proprio universo in Europa, partendo proprio dai quei paesi che potrebbero agire da «contrappeso» e con cui la Cina ritiene necessario rafforzare i propri legami economici. «In un momento di tensioni con gran parte dell'Europa - per l'abbraccio "senza limiti" della Cina alla Russia nonostante la guerra in Ucraina, il suo stato di sorveglianza e le sue apparenti attività di spionaggio che hanno portato al recente arresto in Germania di quattro persone - Xi vuole dimostrare la crescente influenza della Cina sul Continente e, allo stesso tempo, perseguire un riavvicinamento pragmatico», scrive il giornale americano.

Xi Jinping è arrivato oggi a Parigi, con la Francia «metterà alla prova il delicato equilibrio tra Cina e Stati Uniti. Le relazioni franco-cinesi "hanno stabilito un modello per la comunità internazionale di coesistenza pacifica e di cooperazione vantaggiosa per tutti tra paesi con sistemi sociali diversi», ha affermato il leader cinese in una dichiarazione rilasciata subito dopo il suo arrivo a Parigi.

Il presidente cinese Xi Jinping e sua moglie Peng Liyuan a Parigi

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Altra questione la Serbia dove arriverà mercoledì, non a caso in concomitanza con il 25esimo anniversario del mortale bombardamento della NATO sull'ambasciata cinese a Belgrado durante la guerra del Kosovo. «Quell'attacco sbagliato del 7 maggio 1999, per il quale la Casa Bianca si scusò, uccise tre giornalisti cinesi e scatenò furiose proteste attorno all'ambasciata americana a Pechino» scrive il Nyt.

«Per Xi, essere a Belgrado è un modo molto economico per chiedere se gli Stati Uniti prendono davvero sul serio il diritto internazionale», ha detto Janka Oertel, direttrice del programma Asia presso il Consiglio europeo per le relazioni estere a Berlino, «e per dire, che ne dici del fatto che il superamento della NATO sia un problema per altri paesi?».

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Infine l'Ungheria, paese amico dove il suo primo ministro, Viktor Orban, ha sostenuto enormi investimenti cinesi e ha utilizzato la posizione del suo paese come membro dell'Unione Europea per attenuare le critiche alla Cina.

(afp)