Il creatore di Baby Reindeer ha un messaggio per i fan della serie Netflix

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Nella vita reale, Gadd è stato perseguitato senza sosta da una donna che si presentava ai suoi spettacoli comici e lo molestava online, inviando al comico regali e un totale di 41.071 e-mail, 350 ore di messaggi vocali, 744 tweet, 46 messaggi su Facebook e 106 pagine di lettere.

«Lo stalking in televisione tende a essere molto sexy. Ha un'atmosfera mistica. È una persona che si muove in un vicolo buio. All'inizio può risultare persino sensuale e normale, ma poi, un poco alla volta, diventa strano», ha dichiarato Gadd in un'intervista a Tudum di Netflix. «In realtà lo stalking è una malattia mentale. La mia intenzione era quella di mostrare i diversi strati dello stalking con una qualità umana che non avevo mai visto prima in televisione. La mia è una storia di stalking capovolta. Prende un tropo e lo capovolge».

Martha, tuttavia, non è l'unica persona della serie su cui la Rete ha scatenato le ricerche. Nella serie, Donny è vittima di violenza sessuale per mano del suo mentore Darrien (Tom Goodman-Hill), uno scrittore di commedie televisive di successo che riempie Donny di droghe e lo violenta ripetutamente, tenendo stretto a sé lo scrittore più giovane con la promessa di dare il via alla sua carriera.

«Qualunque abuso crea danni psicologici oltre che fisici… Lascia un'impronta. Soprattutto abusi come questo, che si ripetono accompagnati da promesse», ha spiegato Gadd a British GQ. «C'è uno schema per cui molte persone che hanno subito abusi sentono di aver bisogno di chi le ha abusate. Non credo ci fosse l'intenzione di realizzare un finale cinico, ma di mostrare un elemento dell'abuso che non era mai stato raccontato prima in televisione, vale a dire, gli effetti psicologici profondamente radicati e negativi dell'attaccamento che a volte si sviluppa verso il proprio carnefice».

Ora i fan della serie stanno cercando di scoprire l'identità di entrambi i personaggi. Ma questo, insiste Gadd, non coglie il punto di questo lavoro. Infatti, ha spiegato a British GQ, lui ha fatto «tutto il possibile» per nascondere la vera identità di Martha «al punto che sono convinto che nemmeno lei si riconoscerebbe». E ha aggiunto: «Abbiamo preso in prestito una verità emotiva, non il profilo fattuale di qualcuno».