Renato Zero in giro per l'Italia con Autoritratto: «Sarò sempre single. Voglio la felicità degli altri»

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Un nuovo disco, Autoritratto, e un tour che lo porterà in giro l'estate. Renato Zero a La Repubblica si dice felice di tutto quello che ancora oggi gli sta succedendo «Ci provo. Chi ha messo in circolo la felicità sapeva che non era una vittoria alla lotteria. Sono momenti, giorni, anni, strette di mano, addii, ripensamenti. Un frullatore meraviglioso»

Ma fare un proprio autoritratto non è mai semplice.

Anche se il suo dice che è fedele a quello che è. «È difficile farlo fedele all'originale, si esagera con le linee per stendere le rughe o allontanare una lacrima. Deve essere di consistenza e di severità verso sé stessi, se no che autoritratto è? Il mio è fedele».

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Poi c'è il rapporto di fiducia, un rapporto anche fatto d'amore con il suo pubblico che gli dà la forza di andare avanti. «Il fatto che mi abbia scelto dopo una militanza così lunga, mi rassicura sul fatto che mi sia meritato l'affetto. Da una parte è come aver preso un Oscar, dall'altra sento quasi l'obbligo di mantenere lo status». E grazie al suo pubblico, racconta alla collega Silvia Fumarola, continuerà a restare single, a non essere di una sola persona. «Se avessi dovuto riempire la piazza del letto, mi sarei limitato. Mi sento altruista se posso scoccare le mie frecce verso la felicità di qualcuno. Quando mi imbatto in una coppia o in una famiglia felice, mi ricordo della mia».

A La Repubblica Renato Zero parla anche del suo rapporto con il potere. «Il potere equivale alla solitudine. Va dato in quantità ragionevole. La cultura è potere, se la cultura diventa opinabile, gli squilibri appaiono evidenti. Se non avessi presenza non salirei sul palco, un artista depresso è un cattivo esempio e fa danni». E Renatore lo è mai stato depresso? «Depresso no, ma un po' scorato verso certe situazioni, sì».

A differenza di tanti artisti, Renato non ha paura degli anni che passano, che avanzano e lasciano i segni sul corpo: «Gli anni passano. Non mi faccio negare nulla di quello che è l'approvvigionamento emozionale. Sarebbe stato orripilante se fossi rimasto sull'amaca a dondolarmi. Il fatto di essermi speso nei rapporti umani, con gli amici, i miei fratelli, non mi fa dubitare della bontà del tempo trascorso».