Dolore cronico: il seminario di Clinica Apollonia e partner - Prima Brescia

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«La salute è il primo dovere della vita» diceva il celebre Oscar Wilde. Ed è la frase ad effetto scelta per presentare il seminario informativo andato in scena lo scorso venerdì 12 aprile a Romano di Lombardia, nella sala multimediale della filiale BCC. Il riuscito pomeriggio di lavoro ha affrontato l'importante tema del dolore cronico ed è stato organizzato da Clinica Apollonia Polispecialistica di Capriolo, in collaborazione con il gruppo BCC Iccrea e la mutua assistenza «vicina», con l'intento di fornire ai pazienti affetti da questa condizione informazioni preziose e strategie per affrontare il dolore persistente al fine ultimo di migliorare la qualità della vita.

Dolore cronico, il seminario di Clinica Apollonia e partner

Nel corso del seminario organizzato da Clinica Apollonia e partner, moderato dal Dr. Marco Baroni, pneumologo, si sono alternati cinque relatori, tutti professionisti attivi all'interno di Clinica Apollonia, la struttura sanitaria d'eccellenza di Capriolo. Si è trattato del Dr. Giuseppe Campagna, specialista in Neurochirurgia; del Dr. Giovanni Faustinelli, specialista in chirurgia generale e vascolare; del Dr. Michele Cuttica, farmacista e informatore scientifico per l'ozonoterapia; della Dr.ssa Monica Salvi, specialista in Fisioterapia; e del Dr. Nicolò Visigalli, specialista in Medicina generale. Di seguito abbiamo cercato di riassumere i passaggi salienti dei loro interventi.

Dr. Giuseppe Campagna

Ha affrontato il tema del dolore cronico relativo alla lombalgia, ricordando come una quota di persone fra il 70 e il 90% avrà almeno un episodio di mal di schiena nella sua vita. In seguito l'attenzione è andata all'ernia del disco, che colpisce maggiormente fra i 30 e i 50 anni, con un picco intorno ai 40; e sulla cervicalgia, problema che affligge circa il 30-50% della popolazione ogni anno. L'excursus del Dr. Campagna ha toccato la struttura e la formulazione del nostro corpo, senza tralasciare evoluzione, biomeccanica, bilanciamento e curve fisiologiche. Infine, dopo un accenno alle patologie, si è concentrato sul trattamento conservativo utilizzato oggi, secondo le linee guida attuali, proseguendo con i rimedi non chirurgici e con quelli chirurgici. Nel mentre ha ricordato che il mal di schiena si può gestire, spiegando in che modo, ma anche quali stili di vita sconvenienti dobbiamo evitare, tralasciando gli eccessi e le esagerazioni. Impegnandoci a mantenere atteggiamenti e stili di vita corretti, applicando il buon senso, è infatti possibile ottenere sicuri benefici.

Dr. Giovanni Faustinelli

Questo specialista ha approfondito il discorso inerente al dolore cronico degli arti inferiori, considerando linfedemi, lipedemi, insufficienza veno-linfatica cronica e arteriopatie obliteranti.

I suoi pazienti sono diabetici, cardiopatici, con ipertensione arteriosa, con ulcere agli arti inferiori, edemi declivi e con dolori acuti e cronici. Ma anche pazienti con insufficienza veno-linfatica cronica. A tutte queste persone viene prescritto annualmente un controllo del buon funzionamento della vascolarizzazione arteriosa, tramite l'esecuzione dell'ecocolordoppler, perché il tempo peggiora la qualità delle loro arterie. Alla base del dolore da ridotto afflusso di sangue agli arti inferiori c'è l'aterosclerosi, una condizione progressiva, difficilmente reversibile, che innesca un meccanismo a cascata. Per cui, da un piccolo deposito di grasso all'interno di un vaso, con il tempo, si formano vere e proprie placche dure e calcifiche che riducono il lume arterioso, rendendo più difficile il passaggio del sangue. Si forma dunque una stenosi, il flusso del sangue accelera e il cuore pompa più forte per sconfiggere le resistenze al flusso, facendo aumentare la pressione, perché tutto il sistema cardio-vascolare deve fare più fatica. E se una stenosi diventa occlusiva, da quel vaso, il sangue non passa più.

Dr. Michele Cuttica

Informatore scientifico per l'ozonoterapia, non poteva non iniziare che parlando dell'ozono e dell'ossigeno-ozono terapia. Si tratta sulla somministrazione di una miscela di ossigeno e ozono nell'organismo attraverso varie tecniche che su alcune patologie, ha permesso di ottenere dei risultati importanti grazie alla riattivazione del microcircolo, aumentando la disponibilità di ossigeno ai tessuti; all'azione antiossidante, antiaging; all'azione antinfiammatoria, antalgica e miorilassante; all'effetto antibatterico, fungicida e virus tatico. In seguito ha spiegato la differenza tra dolore acuto e cronico (quando la sua durata si estende per più di 6 mesi), approfondendo l'analisi su quest'ultimo. Aggiungendo che «dato che il problema è complesso necessita di una terapia multidisciplinare che curi a 360°, di conseguenza l'opportunità dell'ossigeno-ozono terapia è un'indispensabile alleato per le sue peculiarità terapeutiche». Il Dr. Cuttica ha poi continuato con la sindrome della stanchezza cronica, sempre poi relazionandola agli effetti della terapia medica con l'ossigeno-ozono. Gli ultimi aspetti considerati sono stati quelli dell'ozonoterapia e dell'anti-aging (antinvecchiamento), oltre alla sindrome da Long-Covid.

Dr.ssa Monica Salvi

In primis ha ricordato che il dolore cronico rappresenta la prima e più importante causa di disabilità e di invalidità mondiale con conseguente limitazione e riduzione della qualità di vita sia del paziente che della famiglia. Chi soffre di dolore cronico vive in uno stato di tensione posturale, muscolare, articolare, tendinea e nervina costante che ne aumenta e la frequenza e l'intensità. Il dolore cronico porta a depressione, ansia, isolamento e queste condizioni aumentano la percezione del dolore. Il dolore cronico porta ad inattività fisica della zona colpita, questa condizione porta alla diminuzione progressiva delle funzionalità motorie, alla difficoltà del recupero della zona colpita e comunque non porta al miglioramento del dolore. L'intervento della Dr.ssa Salvi si è poi focalizzato sul trattamento del dolore, specificando che quello precoce è sempre preferibile, perché può limitare la sensibilizzazione e il rimodellamento neuronale che cronicizza il dolore. Tra i disturbi che portano a dolore cronico ed invalidante, i disturbi della colonna vertebrale colpiscono un italiano su due e sono prima delle neuropatie, la prima causa di dolore cronico. Si stima che ad esempio la lombalgia è seconda solo alla cefalea come dolore sperimentato da un soggetto lungo il corso della propria vita compreso i bambini. Il 90% dei dolori alla colonna vertebrale sono di tipo cronico e invalidante.

Dr. Nicolò Visigalli

Il dolore è visto anche come espressione culturale: prima era uno stigma sociale, ora è accettato parlarne per risolverlo, rimane ancora diffusa l'idea che il dolore corrisponda solo a una malattia o alterazione anatomica. Di certo è importante chiarire se il dolore sia la malattia oppure se si è di fronte a una diagnosi mancata. Fondamentale poi riconoscere il dolore per scegliere la strategia terapeutica: dolore nocicettivo, neuropatico, idiopatico. E utilizzare la terapia per contrastarlo correttamente. Il primo passo è riconoscere che il dolore andrà seguito come qualunque terapia cronica (ipertensione, osteoporosi, asma) con risultati migliori se l'approccio è multidisciplinare (farmacologico, medicina fisica e riabilitativa, talvolta chirurgico). Infine il Dr. Visigalli della Clinica Apollonia ha insistito ricordando che è importante riconoscere quando il dolore è una malattia che mina la qualità della vita, per cui bisogna rivolgersi a un esperto. Ma anche quando il dolore non passa o continua a tornare è necessario cambiare ottica e eventualmente trattarlo come cronico. Talvolta la terapia adeguata non sono un singolo farmaco o l'intervento chirurgico ma un percorso di cura.