Dottori contro il governo. "Lo stop al numero chiuso a Medicina è il colpo di grazia alla formazione medica" (di L. Varlese)

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"Trasparenza, equità, merito", con queste tre parole il ministro della Ricerca e dell'Università Anna Maria Bernini ha salutato l'adozione da parte del Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato praticamente all'unanimità del testo base per dire basta al numero chiuso a Medicina. "E' su questi principi che il governo ed il ministero dell'Università vogliono riformare l'accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario", ha detto Bernini. "Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico. Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all'eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all'insegna dell'ascolto, della massima collaborazione e dell'unità di intenti".

Un entusiasmo condiviso dalle forze di Governo che hanno fortemente voluto questa riforma. Di "grande soddisfazione", ha parlato Matteo Salvini che ha ricordato che si tratta di "una storica battaglia della Lega che sta finalmente andando avanti in Commissione Istruzione al Senato. Dalle parole ai fatti", ha aggiunto. Esulta anche Zaia: "Era ora: i grandi chirurghi e i medici si selezionano durante l'iter degli studi e poi si confrontano in sala operatoria e in corsia. Non certo con un assurdo sbarramento iniziale con test a crocette", ha detto in una nota il presidente del Veneto.  "Quanti validi professionisti della sanità avremmo potuto avere nei nostri ospedali - prosegue Zaia - senza il test di ingresso a medicina? Ci troviamo invece con una carenza di 50mila medici in Italia e 3.500 in Veneto, per scelte sbagliate calate dall'alto a livello nazionale in passato". Soddisfazione anche da FdI che parla di "rivoluzione che rappresenta un risultato storico frutto di un grande lavoro di squadra, che ha visto protagonista assoluto il nostro partito". 

Una posizione assolutamente non condivisa dalle associazioni di categoria.  "Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati", afferma il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli. Sulla stessa lunghezza d'onda Pierino Di Silverio, segretario nazionale del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l'Anaao Assomed: "Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando" ed è "il colpo di grazia alla formazione medica".  "Abolire il numero programmato - prosegue Di Silverio - è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn". "In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70.000 giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all'iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria - annuncia Di Silverio - promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico".  

"È un primo passo, ma siamo delusi dalle modalità scelte. La delega al Governo - commenta Federico Amalfa, responsabile numero chiuso dell'UDU - non chiarisce quali saranno gli investimenti in infrastrutture, didattica  e diritto allo studio per consentire il superamento della programmazione degli accessi. Da quanto apprendiamo, non si tratterà di una vera e propria abolizione del numero chiuso, ma di una riforma parziale. Infatti, non sono stati modificati i criteri per l'istituzione dei numeri programmati locali e verrà comunque mantenuto un filtro agli accessi, solo che sarà differito rispetto all'immatricolazione. È evidente che non si è voluto ascoltare quanto avevamo segnalato in audizione". "Chiediamo - conclude Amalfa - che il Governo con il decreto delegato debba puntare a un serio superamento della programmazione e che vengano coinvolte le rappresentanze studentesche. Resta poi il problema dei numeri programmati nazionali di area non medica, sui quali non è cambiato nulla e permangono tali e uguali". "Il numero chiuso a Medicina deve essere superato - aggiunge Alessia Conti, presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari - ma questo è possibile solo con ingenti investimenti sul sistema universitario e sul sistema sanitario nazionale. Qualsiasi altra forma di numero aperto rischia di portare al collasso"

Divisi anche i professionisti. "Questo testo - dice il senatore del Pd Andrea Crisanti, segretario della Commissione Cultura a Palazzo Madama - accoglie alcuni dei suggerimenti portati dal Pd durante la discussione, tuttavia contiene ancora delle criticità che sono state espresse in sede di conclusione dei lavori e che verranno portate nella discussione in Commissione. Il testo licenziato prevede l'iscrizione libera a Medicina per i primi 6 mesi, superando le procedure di selezione attuali. Il proseguimento degli studi è subordinato al conseguimento, da parte del candidato, di crediti formativi". Per Bassetti "la proposta di superamento del numero chiuso a Medicina è una riforma ben fatta. Non si poteva continuare così e mi pare molto meritocratico il fatto di legare il passaggio al secondo anno al superamento degli esami". Assolutamente contrario Gilberto Corbellini che ad HuffPost chiosa: "Si sta smantellando medicina. Tutto sommato, con molti sacrifici e fatica riuscivamo a formare medici che all'estero ci invidiano. Così finirà. Non ho ancora letto cosa dice il documento, ma bisogna vivere fuori dal mondo o avere obiettivi non trasparenti, ma dannosi per il Paese, procedendo così".

Il testo

Ci si potrà iscrivere liberamente al primo semestre di Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria e in medicina veterinaria senza passare attraverso test. E' quanto prevede la riforma dell'accesso alla facoltà di Medicina. Verranno individuate le  discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l'ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025. 

Il testo prevede che il Governo sia delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi per la revisione delle modalità di accesso Medicina Odontoiatria e Veterinaria. Nell'esercizio della delega il Governo deve tra l'altro garantire  programmi uniformi e coordinati e l'armonizzazione dei piani di studio dei corsi, per un numero complessivo di crediti formativi universitari (Cfu) stabilito a livello nazionale;  prevedere che l'ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea magistrale sia subordinata al conseguimento di tutti i crediti formativi universitari (Cfu) stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre svolti secondo standard uniformi nonché alla collocazione in posizione utile nella graduatoria di merito nazionale;  garantire, nel caso di mancata ammissione al secondo semestre dei corsi di laurea in  Medicina, Veterinaria ed  Odontoiatria il riconoscimento dei crediti formativi universitari conseguiti dagli studenti negli esami del primo semestre per il proseguimento in un diverso corso di studi da indicare come seconda scelta, rendendo obbligatoria e gratuita la doppia iscrizione limitatamente al primo semestre.