Cosa è successo al Corteo del 25 Aprile di Milano: coltellate da ragazzi «di seconda generazione». «Passano il tempo aggredendo i coetanei»

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diCesare Giuzzi e Pierpaolo Lio

In piazza del Duomo un simpatizzante di Israele è stato ferito. Il gruppo di ragazzini era uscito da un fast food vicino a dove si trovava la Brigata Ebraica. Poi le botte. Nove denunciati per odio razziale. Sotto il palco le urla dei Giovani palestinesi

Ci sono dieci ragazzini nordafricani che escono dal Mc Donald's mentre dal palco del Duomo parlano le autorità e l'ala dura del movimento pro Palestina cerca di sfondare le transenne. La piazza è piena e la Brigata ebraica, arrivata un'ora dopo l'inizio degli interventi, è rimasta lì, davanti al fast food. L'aggressione è improvvisa e imprevista, perché i «maranza» non fanno parte dei manifestanti pro Palestina. Ma quando vedono le bandiere con la Stella di David, iniziano a insultare i manifestanti. Uno di loro si toglie la maglietta, tira calci. Poi il più piccolo — pantaloni chiari e giubbetto bianco — prende da una tasca un coltello e taglia una parte dello striscione. Nessuno nel parapiglia si accorge della lama.

Le coltellate

Intervengono i volontari dei City Angels che scortano la Brigata ebraica. Ma l'aggressione riparte. È in quel momento che con un gesto rapido il ragazzo riprende il coltello, si guarda intorno più volte, e quando Davide, un simpatizzante di Israele, cerca di allontanarlo con un calcio, lui alza la mano e lo colpisce. La ferita all'avambraccio sinistro non è profonda, ma è lunga una decina di centimetri. La vittima se ne accorge qualche secondo dopo. Anche un volontario viene ferito in modo lieve a una guancia con l'asta di una bandiera (per questo fatto è stato arrestato un 19enne egiziano).

«Non hanno aderenze politiche»

Alla fine polizia e carabinieri riescono a fermare quattro ragazzi. Altri vengono individuati poco dopo grazie ai filmati. Il conto è di nove denunciati per istigazione all'odio razziale. Sequestrato anche il coltello. Sono maggiorenni e minori, tutti nordafricani di seconda generazione. Nessuno di loro ha «aderenze politiche», non fanno parte di movimenti, sono giovani che passano il pomeriggio tra i fast food e gli store del centro. A volte aggredendo o rapinando coetanei. Probabilmente sanno pochissimo di quanto sta succedendo nella Striscia di Gaza, ma la questione Palestina sembra far da collante identitario tra le seconde (e terze) generazioni.

Agitatori di piazza e botte

Così come sono giovanissimi i manifestanti che da sotto al palco inveiscono tutto il tempo contro chi parla al microfono. Sono i «Giovani palestinesi», l'ala ribelle del fronte contro Israele. Con loro qualche vecchio arnese della piazza: agitatori dei centri sociali, dei sindacati di base, dell'ala antagonista e anarchica. Riescono a rubare la scena del 25 Aprile. Perché si piazzano sotto al palco fin da mezzogiorno con la scusa di un presidio. Poi provano a «spingere» sulle transenne, a guadagnare spazio. Prima sono i volontari del servizio d'ordine dell'Anpi a cercare di contenerli. Poi devono intervenire i reparti della polizia con gli agenti che respingono l'assalto con gli scudi e i manganelli. Volano colpi con le aste delle bandiere (alcune hanno manici da piccone), una bottiglia, vari fumogeni e un petardo. Il bilancio per fortuna è senza feriti, ma gli scontri sono violenti. Come non si vedeva da decenni.

E tensione in questo 25 Aprile anche a Roma dove in mattinata a Porta San Paolo, in un doppio presidio, filo palestinesi e Brigata ebraica si sono fronteggiati a lungo tra insulti e lanci (barattoli di mais). Due giornalisti colpiti da una sassaiola partita dal fronte israeliano e feriti in modo lieve.

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25 aprile 2024 ( modifica il 26 aprile 2024 | 11:34)

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