Superbonus bloccato: come ottenere i bonus edilizi con lo stop a cessione e sconto in fattura

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Le nuove regole dicono addio alla cessione del credito sul Superbonus. Ottenere lo sconto ora è più difficile ma non impossibile

3 maggio - 14:52 - MILANO

Il Decreto 39/2024 ha introdotto nuove disposizioni che impattano significativamente sulla fruizione dei bonus edilizi, in particolare per quanto riguarda la cessione del credito e lo sconto in fattura. Per molti cittadini, la possibilità di utilizzare i bonus rappresentava un elemento fondamentale per procedere coi lavori, e il nuovo scenario sta creando non poche difficoltà per chi aveva già avviato il cantiere o stava pianificando di farlo. Ecco le opzioni disponibili al momento.

le nuove regole

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Il decreto 39/2024 ha tagliato le gambe alla cessione del credito e allo sconto in fattura per la maggior parte dei contribuenti. Solamente chi ha già avviato i lavori entro il 30 marzo 2024 potrà ancora beneficiare di queste due modalità per ottenere i rimborsi. A patto però di avere la delibera condominiale e la Cilas (Comunicazione inizio lavori) anteriori al 17 febbraio 2023. Per tutti gli altri, il Superbonus rimane accessibile, ma con due grosse limitazioni:

  • lo sconto fiscale: scende dal 110% al 70%;
  • il rischio di "incapienza fiscale": se le detrazioni superano le tasse da pagare, si rischia di perdere parte del beneficio.

Un barlume di speranza potrebbe arrivare dall'allungamento del periodo di rimborso dei crediti fiscali, da 4 a 10 anni, che a questo punto appare probabile. Ciò aiuterebbe a ridurre l'impatto dell'incapienza fiscale ma, in ogni caso, la situazione è complessa e richiede la valutazione di un professionista.

spese ingenti immediate

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La politica sta lavorando per permettere di spalmare i rimborsi su 10 anni invece che su 4. Questo significa che potrebbe essere possibile pagare i lavori a rate, con maggiore agio, ma non per tutti. Chi ha iniziato i lavori dopo il 30 marzo 2024, dovrà comunque finanziare il 30% delle spese e i costi accessori indetraibili. Solo il restante 70% potrà essere rimborsato nel corso degli anni successivi. Chi ha iniziato i lavori prima del 30 marzo 2024, invece, ha più frecce al proprio arco:

  • scegliere lo sconto in fattura o la cessione del credito: come già previsto, è possibile farsi anticipare il bonus dall'impresa o da una banca;
  • cedere il credito a terzi: se sconto in fattura o cessione non risultano convenienti, si può cedere il credito a un altro soggetto, ad esempio un familiare o un'impresa. Questa operazione richiede però alcune procedure burocratiche, a meno che non si opti per una "cessione di fatto".

la cessione di fatto

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La cessione di fatto è un modo informale per trasferire il beneficio fiscale della ristrutturazione a un'altra persona senza dover seguire procedure complesse. Come riportato dal Corriere della Sera, se la proprietà è condivisa tra coniugi o conviventi, può bastare che chi ha maggiori risorse finanziarie paghi le fatture per ottenere il vantaggio fiscale completo. Lo stesso principio si applica in presenza di parenti stretti nel nucleo familiare. In alternativa, è possibile trasferire parte della proprietà a un familiare non convivente, sebbene questa opzione possa comportare costi e implicazioni legali. Se i lavori non sono ancora iniziati, l'agevolazione può essere trasferita perfino all'inquilino o al comodatario, a condizione che essi paghino formalmente le fatture e che il contratto sia registrato prima dell'avvio dei lavori, con il consenso scritto del proprietario.

cessione dell'immobile, come funziona?

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La Circolare dell'Agenzia delle Entrate n. 17/2023 chiarisce che è possibile cedere il bonus a un familiare anche se i lavori sono già iniziati. Ciò permette di sfruttare il bonus anche a chi non ha la liquidità immediata e può essere utile per suddividere le spese tra i familiari.

In questo caso, il committente dei lavori può donare, vendere o costituire un diritto di usufrutto o uso dell'immobile a un familiare. Il familiare diventa il nuovo soggetto beneficiario del bonus e può detrarre le spese sostenute per i lavori, a condizione che li paghi. Ciò è possibile anche se il familiare acquista solo una piccola quota dell'immobile, anche solo l'1%.

Gazzetta dello Sport

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