Applausi e lacrime: il commovente saluto di Eriksson davanti ai 27mila di Marassi

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Insieme a Mancini e ad altri suoi ex calciatori, il tecnico svedese malato da tempo, sciarpa blucerchiata al collo, ha emozionato i tifosi doriani

Giornalista

5 maggio 2024 (modifica alle 17:47) - GENOVA

L'inchino di Sven sotto la Sud. L'applauso dei ventisettemila del Ferraris: mai così tanti tifosi sampdoriani come oggi in questa stagione a Marassi. Per spingere la Samp ai playoff, certo, ma anche per omaggiare Eriksson, uno dei tecnici più amati della storia blucerchiata degli ultimi quarant'anni. 

emozioni

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La festa per il tecnico svedese, che nel gennaio scorso aveva annunciato la sua malattia, è iniziata alle 14.48 in punto, quando l'allenatore è sbucato dal tunnel degli spogliatoi, accolto da una ventina dei suoi ex giocatori allenati nel quinquennio doriano (dal 1992 al '97, 199 panchine per il tecnico), con Mancini in testa. A centrocampo, ad attenderlo, c'era la Coppa Italia vinta proprio dalla sua Sampdoria nel '94, l'ultimo trofeo nella storia doriana, a cui Eriksson aveva fatto riferimento nel discorso tenuto alla squadra di Pirlo sabato sera in ritiro. "Sono stati cinque anni splendidi, anche se non avevamo vinto tanto - ha ribadito al Ferraris - e una parte del mio cuore è ancora blucerchiato". Accompagnato dal presidente blucerchiato Manfredi e da Mancini, Eriksson è andato a prendersi l'abbraccio della gradinata sud, dominata dallo striscione "Anche in questa battaglia ti sosterremo. Bentornato a Genova, mister Eriksson", mentre nella nord si leggeva "20.04.94 grazie mister Eriksson", il giorno appunto della conquista dell'ultima Coppa Italia. L'inchino di Sven davanti alla Sud è stato il momento più toccante, in uno stadio dove i fumogeni hanno colorato il cielo di blucerchiato, tanto da rimandare di un paio di minuti il fischio d'inizio. Poi, dopo avere assistito a bordo campo all'ingresso in campo di Samp e Reggiana, Eriksson è tornato in tribuna.

ritrovarsi

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Quanto sia stato forte il sentimento della piazza nei confronti della squadra di quegli anni, lo dimostra il pensiero di un ex amatissimo come Fausto Salsano: "Gli abbiamo voluto tutti bene, è stato un grande personaggio. Quando torniamo qui la gente ci ricorda sempre e ciò dimostra che abbiamo fatto qualcosa di buono". Anche Evani conferma come "al di là dei valori tecnici, lui sia stato una grande persona sotto il profilo umano". Mannini lo ha definito "un vincente", Laigle ha parlato di Sven come di un "vero signore". Eriksson, che sino al febbraio scorso era direttore sportivo del Karlstadt, in Svezia, si è dimesso per motivi di salute subito dopo la diagnosi scoperta in seguito a un malore improvviso.