Xiaomi SU7 - La piattaforma "Modena" fa infuriare sindaco e governo

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Durante l'inaugurazione della Motor Valley Fest, il sindaco della città emiliana, Gian Carlo Muzzarelli, non ha usato mezze misure: «Nessuno può pensare di impadronirsi del marchio Modena, tantomeno se nella produzione non c'è alcun legame con il territorio. Siamo impegnati a tutelare in ogni modo, anche legalmente, l'utilizzo improprio del nome della città. E chiediamo al governo che ci sostenga in questo sforzo». Nel mirino c'è la Xiaomi, Casa cinese che ha utilizzato il nome Modena per la piattaforma su cui poggia la nuova berlina elettrica SU7 (che abbiamo già visto da vicino).  

L'aiuto dell'esecutivo. A stretto giro è arrivata pure la risposta del governo: in una nota, il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - lo stesso che aveva sollevato la querelle sull'Alfa Romeo Junior - ha espresso il massimo sostegno per la tutela della denominazione Modena in base alla normativa vigente, che ha l'obiettivo di contrastare l'utilizzo di simboli o denominazioni italiane per prodotti realizzati in altri paesi (la Cina, in questo caso).

Duecento luoghi... protetti. Non solo: allo scopo di evitare ulteriori utilizzi "proibiti" di nomi italiani, il ministro ha annunciato che sono già state effettuate, da parte degli uffici del Mimit, le prime ricognizioni su oltre duecento luoghi in Italia tipici per le loro produzioni, che possono rivendicare il riconoscimento di "indicazione geografica" previsto nel nuovo regolamento a tutela dei consumatori e dei produttori UE. All'orizzonte, insomma, potrebbero esserci altre sorprese.

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