Codacons e caso Ferragni: "La Balocco versi 1,5 milioni all'ospedale. Non risarcire, ma rispettare l'impegno"

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«Trecentomila cittadini italiani si sono riversati per aiutare bambini malati di cancro, nei confronti dei quali alcuni signori avevano promesso che avrebbero donato soldi per la ricerca, se fossero stati acquistati i pandori». È iniziata così la conferenza stampa online indetta da Codacons, Associazione Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, per «illustrare la sentenza del Tribunale di Torino» sulla vicenda del pandoro della Balocco di Fossano griffato Chiara Ferragni. Nella quale «una quota dei proventi dell'acquisto avrebbe dovuto essere destinata a un macchinario per l'ospedale Regina Margherita, finalizzato alla ricerca e cura dei bimbi oncologici». All'incontro si sono collegati da tutta Italia giornalisti e consumatori (che hanno comprato il dolce «Pink Christmas»).

«Abbiamo invitato anche la società e Chiara Ferragni - hanno detto da Codacons - e se ci sono li invitiamo a intervenire». Appello senza esito.

Va comunque ricordato che, in una nota diffusa martedì sera, Balocco Spa aveva precisato «che il decreto del Tribunale Civile di Torino ha respinto la richiesta di alcune associazioni dei consumatori (Codacons, Adusbef e Assourt) di corrispondere un milione e 500.000 euro quale risarcimento del danno nell'ambito dell'operazione "Pandoro Pink Christmas". L'azienda si riserva il diritto di presentare reclamo nelle sedi opportune contro il decreto per la parte in cui, con un'istruttoria parziale, il Tribunale si è limitato a riprendere il contenuto della decisione dell'Agcm già impugnata da Balocco Spa. davanti al Tribunale Regionale del Lazio».

Dalla conferenza stampa, ancora: «Il tribunale di Torino non eccepisce tanto sul prezzo in sé del pandoro, essendo il mercato libero, ma sul fatto che il prezzo con il cartiglio promozionale e la sponsorizzazione è stato di 2,5 volte superiore rispetto a quello del prodotto semplice. E su questo sta indagando la Procura di Milano».

Poi le ragioni del ricorso in appello che Codacons e le altre associazioni intendono proporre: «La Balocco deve versare spontaneamente quegli 1,5 milioni, destinandoli all'ospedale per la ricerca di nuovi sistemi di cura, come si voleva fare intendere. Non vogliamo punire nessuno, ma far sì che venga dato al Regina Margherita quel che la gente ha donato per i motivi umanitari indicati nella campagna».

Il presidente di Codacons, Carlo Rienzi: «Se non è la Balocco a fare appello, lo faremo noi. Per i 5,69 euro di differenza tra il prodotto tradizionale e quello sponsorizzato. Da far versare all'ospedale dei bambini. I consumatori trovano i moduli sul nostro sito».

Antonio Tanza, per l'Adusbef: «Se non ci sarà appello entro gli otto giorni che ancora ci sono prima della scadenza, lo faremo noi. Il sistema della solidarietà è fondamentale in Italia, perciò dev'essere credibile. Ci spinge ad agire l'indignazione. Al punto da spezzare una lancia nei confronti della Ferragni, che, scoppiato il bubbone, ha versato un milione all'ospedale». Le tre associazioni: «Non chiediamo un risarcimento dei danni, ma vogliamo rilanciare un sistema di solidarietà credibile. Speriamo che Balocco, la quale non è addivenuta a una soluzione bonaria del caso senza arrivare in giudizio, come ha cercato di fare il tribunale, rinviando due volte l'udienza, riveda il proprio comportamento. E che versi la somma in modo spontaneo, invece di spendere denaro per avvocati, processi e appelli».

L'approfondimento tecnico dei legali: «A giudizio noi chiederemo che cessi il comportamento omissivo dell'azienda, cioè, in pratica, che smetta di non versare quei soldi all'ospedale, per i bambini malati». E ancora: «Se si promette di dare una parte e non lo si fa, è una condotta omissiva illecita. La richiesta non è un risarcimento, ma rispettare un impegno assunto. Il Codacons ha il dovere di spianare la strada ai consumatori che non hanno modo e possibilità di agire in proprio».

La replica di Balocco Spa

Nel pomeriggio, la replica di Balocco Spa. «Balocco SpA ha scelto di non partecipare alla conferenza stampa web che si è tenuta questa mattina ritenendo demagogico trattare della vicenda "Pandoro Pink Christmas" in un'arena virtuale, peraltro in pendenza di contenziosi davanti all'Autorità Giudiziaria - si legge nel comunicato -. L'azienda respinge, altresì, la dichiarazione di Codacons, Adusbef e dell'Associazione Utenti dei servizi radiotelevisivi, nella quale si paventa un appello al decreto del Tribunale di Torino qualora l'azienda "non risarcisse con un gesto spontaneo gli utenti ingannati dal caso del pandoro pink Christmas e non effettuasse una donazione in favore dell'ospedale Regina Margherita di Torino"». E ancora: «Balocco precisa che ha sempre sostenuto e che sostiene tuttora numerosi progetti in cui è stata coinvolta direttamente da istituzioni, realtà del territorio e associazioni del terzo settore, e ribadisce che ogni decisione di donazione o liberalità in favore di soggetti terzi non può soggiacere a un'imposizione o ad una strumentalizzazione, nell'ambito di una vicenda legale molto complessa. Né può essere oggetto di contenzioso promosso da soggetti, quali le associazioni a cui si replica, che non hanno alcun titolo per avanzare tali pretese, come ha correttamente evidenziato il Tribunale di Torino che ha rigettato le infondate pretese inibitorie e risarcitorie». Per concludere: «L'azienda sta valutando di impugnare il decreto, in quanto in parte ingiusto, basato su un'istruttoria parziale, che ricalca l'altrettanto ingiusto provvedimento dell'Agcm e come tale già impugnato avanti al Tar del Lazio».