Londra riconferma: terzo mandato per Sadiq Khan, tra battaglie ecologiste e «sogni» europei

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diLuigi Ippolito, corrispondente a Londra

II sindaco è stato rieletto con i 44% dei voti, nonostante i timori laburisti

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

LONDRA — Lui si vanta di non aver mai perso un'elezione in vita sua: la prima volta è stata a 11 anni, quando venne eletto rappresentante di classe nella sua scuola a Tooting, periferia di Londra; l'ultima ieri, quando ha conquistato uno storico terzo mandato a sindaco della capitale britannica.

Sadiq Khan ha confermato i sondaggi ed è stato ricondotto dagli elettori alla guida di Londra con un comodo 44%, staccando ampiamente la sfidante conservatrice Susan Hall, che si è fermata al 33%: il rieletto sindaco ha fatto anche meglio dell'ultima volta, quando al primo turno aveva strappato il 40% dei consensi (in quel caso si votava col doppio turno, questa volta si è scelta l'elezione immediata al meglio del primo round).

E dire che fino all'ultimo momento, nonostante i sondaggi, dallo staff di Kahn dicevano che la corsa era in realtà più serrata del previsto: ma alla fine l'elettorato di sinistra ha concentrato i suoi voti sul sindaco laburista pur di evitare il rischio di una vittoria di Susan Hall, una candidata problematica che si è tirata dietro accuse di razzismo e di velato trumpismo.

Non che Kahn sia un cavaliere senza macchia e senza paura: il suo «regno» su Londra è stato accompagnato da feroci polemiche, non sempre ingiustificate. L'accusa principale che gli viene mossa è di aver presieduto a un degrado della sicurezza nelle strade della capitale: i crimini violenti si sono moltiplicati e tra la popolazione, specie nelle periferie, si è diffusa una sensazione di precarietà dell'ordine pubblico. Un tasto sul quale ha particolarmente battuto Susan Hall, ma che è evidentemente non è servito.

L'altra grande controversia è scoppiata sull'estensione a tutta la cintura urbana della Ulez, la zona a emissioni ultra-basse: in pratica, una tassa di 15 euro al giorno sui veicoli inquinanti. Una mossa necessaria per combattere l'inquinamento, nelle intenzioni di Khan, ma che ha scatenato le proteste degli automobilisti dei sobborghi, che non possono fare a meno del traporto motorizzato nè permettersi di rottamare i loro vecchi veicoli. Perfino il leader laburista, Keir Starmer, aveva invitato il sindaco a un ripensamento: ma lui ha tenuto duro e alla fine, chiaramente, ha avuto ragione.

Non è l'unico caso in cui Khan si è smarcato dal suo partito laburista: anche sul conflitto a Gaza si è schierato subito per il cessate il fuoco — consapevole della forte presenza musulmana a Londra — mentre Starmer teneva una linea più cauta.

Allo stesso modo, sull'Europa il sindaco di Londra è fautore di un deciso riavvicinamento alla Ue, incluso il possibile rientro nel mercato unico: ipotesi decisamente scartata, finora, dalla leadership laburista.

Forte della sua rielezione, è immaginabile ora che Kahn farà sentire il suo peso nel dibattito nazionale, soprattutto nel momento che in cui i laburisti, con ogni probabilità, torneranno al potere.

Lui, sindaco musulmano di origine pachistana della più grande metropoli europea, è il simbolo incarnato di una società multiculturale e per questo rappresenta un dito nell'occhio per le destre sovraniste e nativiste: celebri infatti sono i suoi scontri verbali con Donald Trump, che lo detesta di tutto cuore. Ma è chiaro che di Sadiq Kahn sentiremo ancora parlare per un po'. 

4 maggio 2024 ( modifica il 4 maggio 2024 | 21:07)

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