Pasqua ortodossa sotto i missili di Mosca. Kiev si prepara, la Nato si preoccupa, l'Europa (al solito) tentenna

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Dopo due anni di conflitto, anche la Pasqua ortodossa 2024 è ad alto rischio in Ucraina. Le autorità invitano la popolazione a non recarsi in chiesa e a seguire online le celebrazioni in vista della festività di domenica prossima, estremo appello per evitare vittime in caso di attacchi russi sui luoghi di culto. Un allarme ad alto potenziale che, apprende Huffpost, non viene sottovalutato al quartier generale Nato. Mentre la temperatura dei rapporti tra occidente e Mosca si scalda sempre più anche in seguito alle nuove dichiarazioni di Emmanuel Macron sul possibile invio di truppe di terra in Ucraina, il Cremlino minaccia una "ritorsione schiacciante" in caso di attacchi al ponte di Crimea, dopo l'arrivo dei missili americani Atacms per le truppe ucraine.

Ma il nodo resta sempre lo stesso: dall'Ue non partono i nuovi Patriot richiesti dall'esercito di Kiev per rispondere ai russi, che quest'anno hanno preso il controllo di 541 chilometri quadrati di territorio ucraino in quelle che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu definisce le "nuove regioni" della Russia. Vale a dire: Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia. Le forze russe stanno penetrando nelle roccaforti ucraine "lungo l'intera linea di contatto", rincara Shoigu, mentre le forze ucraine si ritirano dopo aver cercato invano di resistere, aggiunge lo stesso ministro.

È l'avanzata della Russia a preoccupare gli alleati atlantici. È questo il timore che ha portato il presidente francese a ribadire che, di fronte ad una eventuale e precisa richiesta ucraina di invio di truppe occidentali sul campo, i paesi della Nato dovrebbero rispondere affermativamente, magari con accordi bilaterali con Kiev. Per ora, precisa lo stesso capo dell'Eliseo nell'intervista pubblicata ieri dall'Economist, questa richiesta non c'è. Ma gli alleati dovrebbero prepararsi a gestirla, "non escludo nulla", dice Macron rispetto all'eventualità di un coinvolgimento diretto nella guerra.

Parole che infiammano ulteriormente i rapporti con il Cremlino. "Si tratta di una dichiarazione molto importante e molto pericolosa - dice il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov - La Francia, rappresentata dal capo dello Stato, continua a parlare della possibilità di un suo coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino sul terreno. Questa è una tendenza molto pericolosa. La stiamo monitorando da vicino e continuiamo e continueremo la nostra operazione militare speciale fino al raggiungimento degli obiettivi dichiarati".

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova lancia invece un ''avvertimento a Washington, Londra e Bruxelles''. Eccolo: "Qualsiasi azione aggressiva contro la Crimea non solo è destinata al fallimento, ma riceverà anche una ritorsione che sarà schiacciante". Il riferimento è al recente innalzamento della tensione per un possibile attacco al Ponte di Crimea dopo la recente fornitura a Kiev di missili americani Atacms. Ma la frase suona come avvertimento preventivo per gli ulteriori Patriot che potrebbero arrivare dai paesi dell'Unione Europea, qualora rispondessero agli appelli di Kiev. Per ora, infatti, nemmeno l'allarme sulla Pasqua sembra ottenere alcun effetto. Non c'è la fila degli Stati membri per fornire Patriot all'Ucraina, sull'esempio della Germania.

Sul banco degli imputati ci sono i paesi mediterranei dotati di Patriot ma indisposti a cederli a Kiev. Soprattutto la Grecia è finita nel mirino delle ultime riunioni europee sul tema. Atene avrebbe infatti 3 sistemi Patriot nel suo arsenale, ma le ultime tensioni nel Mediterraneo orientale hanno ulteriormente scoraggiato il governo greco rispetto all'opportunità di cederne alcuni all'Ucraina. Della serie: potrebbero servire in patria, preoccupazione che prevale anche negli altri Stati membri, per esempio in Polonia a sua volta in allerta perché troppo vicina alla Russia.

Berlino si è messa a capo della coalizione dei volenterosi per rafforzare lo scudo aereo ucraino e ha coinvolto nell'iniziativa anche i Paesi del Golfo, che hanno molti Patriot in dotazione. A fine aprile, dopo un nuovo attacco a Odessa, Volodymyr Zelensky è tornato chiedere l'invio di questo costoso sistema missilistico in grado di fermare i missili balistici russi, "ne abbiamo bisogno adesso", sono le sue parole. Il presidente ucraino è riuscito a ottenere la promessa di Madrid di inviare i patriot spagnoli entro 4 giorni. Ma finora la Germania resta il maggior donatore, avendo inviato "un terzo" dei suoi 12 sistemi Patriot a Kiev, sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg invitando gli altri alleati "a seguire l'esempio tedesco". L'Italia insieme alla Francia ha fornito un Samp/T, sistema di produzione franco-italiana pensato per contrastare le minacce aeree e i missili balistici tattici di corto raggio.

L'Ue riesce a condannare i cyber-attacchi russi denunciati dalla Germania e la Repubblica Ceca. "L'Unione europea e i suoi Stati membri, insieme ai partner internazionali, condannano fermamente la campagna informatica dannosa condotta dall'Advanced Persistent Threat Actor 28 (Apt28) controllato dalla Russia contro Germania e Repubblica ceca - afferma in una dichiarazione l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, a nome dei Ventisette - Nel 2020, l'Ue ha imposto sanzioni a individui ed entità responsabili degli attacchi Apt28 contro il Parlamento federale tedesco nel 2015. L'Ue non tollererà tali comportamenti dannosi, in particolare le attività che mirano a degradare le nostre infrastrutture critiche, indebolire la coesione sociale e influenzare i processi democratici, memore delle elezioni di quest'anno nell'Ue e in più di 60 paesi in tutto il mondo. L'Ue e i suoi Stati membri continueranno a cooperare con i nostri partner internazionali per promuovere un ciberspazio aperto, libero, stabile e sicuro. L'Ue è determinata a utilizzare l'intera gamma di misure per prevenire, scoraggiare e rispondere al comportamento dannoso della Russia nel ciberspazio".

Ma l'Ue resta divisa non solo sui Patriot, il cui invio dipende dalla volontà di ogni Stato membro, ma anche sulle parole di Macron che agitano il dibattito politico anche negli Stati nazionali. Dopo Matteo Salvini ieri, prende le distanze anche il ministro Antonio Tajani: "L'Italia non invierà soldati". Ma tra i 27 ancora una volta Viktor Orbán si espone ad un frontale con il presidente francese e gli altri leader europei che, a suo dire, banalizzano il pericolo di una guerra su larga scala nel vecchio continente. L'Europa "sta giocando con il fuoco, al momento siamo al confine tra pace e guerra", sottolinea il primo ministro ungherese.

Soprattutto preoccupa la situazione sul campo. "Le unità dell'esercito ucraino cercano di restare attaccate a linee individuali, ma sotto il nostro assalto sono costrette ad abbandonare le loro posizioni e a ritirarsi", il ministro Shoigu in un discorso agli alti comandi militari. "Nelle ultime due settimane, le forze armate russe hanno liberato gli insediamenti di Novobakhmutivka, Semenivka e Berdychi nella Repubblica popolare di Donetsk", precisa. La Russia controlla circa il 18 per cento dell'Ucraina - a est e a sud - e ha guadagnato terreno da quando la controffensiva di Kiev del 2023 non è riuscita a fare alcuna seria incursione contro le truppe russe ben trincerate, scrive Reuters.