Chiara Ferragni "abbandonata" da Community: non ha ascoltato i consigli dell'agenzia trevigiana

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TREVISO - Doveva essere la carta vincente per raddrizzare l'immagine pesantemente incrinata dopo il "pandoro-gate", l'inchiesta conseguente e le polemiche furibonde che hanno riempito media e social per mesi. Ma alla fine anche Community, agenzia trevigiana di comunicazione fondata e diretta da Auro Palomba e specializzata nel gestire i casi mediaticamente più complessi, ha deciso di lasciare Chiara Ferragni. Una scelta fatta senza troppi clamori, maturata nei giorni scorsi e venuta alla luce solo nelle ultime ore. Alla base della decisione c'è un'insanabile differenza di vedute sulla strategia comunicativa da tenere per ridare nuovo slancio alla figura dell'influencer più famosa d'Italia, che proprio sull'immagine ha costruito un vero e proprio impero finanziario.

Da Community, che ha sedi a Treviso, Milano e Roma, non filtra nulla. Le bocche restano cucite. Ma la rottura è confermata. La strategia elaborata dal team di professionisti incaricato di seguire la Ferragni non è, in pratica, mai stata messa in pratica dalla diretta interessata.

E questo, alla lunga, ha logorato il rapporto. Fino al divorzio.

Chiara Ferragni, brand a rischio

Community è stato uno dei principali player nella task-force creata dall'influencer per cercare di risolvere una matassa intricatissima. E non era stata scelta a caso. In oltre vent'anni di attività, l'agenzia trevigiana ha accumulato una profonda esperienza che le ha consentito di gestire alcuni casi di comunicazione a dir poco delicati. Si è occupata del crac Parmalat e Cirio, del dopo Calciopoli affiancando la Juventus, ma anche quelli di Guido Barilla, del Ponte Morandi, Ilva, dell'Ospedale San Raffaele e di Standard & Poor's. E quando è scoppiato il caso della pubblicità del pandoro teoricamente fatta per beneficenza ma in realtà dai fini a quanto pare molto diversi, Ferragni ha pensato bene di cercare aiuto.

Anche lei, che nel corso degli anni è stata in grado di trasformare in oro qualsiasi cosa venisse affiancata alla sua immagine e di lanciare messaggi ficcanti come pochi altri, si è ritrovata nella condizione di non sapere cosa fare. E si è rivolta quindi ad altri professionisti. Con scarsissimi risultati. Un segnale del disastro imminente è stato il video teoricamente riparatore postato sui social dopo l'esplosione dello scandalo, quello in cui con espressione dimessa e piangente Ferragni ha provato a scusarsi ammettendo l'errore di comunicazione nella vicenda pandoro. Il risultato è stato l'esatto opposto. E la sua immagine è ulteriormente peggiorata.

Gli esperti di Community hanno provato a indicare la strada migliore da intraprendere, le mosse giuste da fare e le cose da dire. Ma non sono stati ascoltati. Del resto è anche complicato pensare che chi viene ritenuto, a torto o a ragione, un "guru" della comunicazione come Ferragni accetti di farsi dire da altri come comportarsi. Inevitabile quindi la separazione. I bene informati dicono che tutto sia avvenuto in piena serenità. Ma la scelta dell'agenzia è stata netta: impossibile andare avanti.

I guai giudiziari della Ferragni

Sul fronte giudiziario, la posizione della Ferragni si è aggravata dopo il pronunciamento del tribunale di Torino, che ha certificato l'operazione pubblicitaria finita nel centro del mirino come "pratica commerciale scorretta". Una formula che ha accolto il ricorso presentato dalle associazioni dei consumatori. Nelle ultime settimana Ferragni ha dovuto incassare anche l'addio di marchi storici che l'avevano scelta come testimonial. L'ultimo in ordine di tempo è la Pantene: altro colpo non da poco.